giovedì 3 marzo 2016

Rivoluzioni fotografiche al LAC di Lugano


"Ogni nuova visione richiede una rivoluzione." In questa frase di Aleksandr Rodčenko si può riassumere il suo atteggiamento nei confronti dell'arte. Nato a San Pietroburgo nel 1891, Rodčenko è stato un artista "autodidatta" e poliedrico, figura di primo piano del movimento costruttivista, la cui produzione spazia dalla fotografia alla pittura, dalla scultura al fotomontaggio. Esponente di spicco dell'avanguardia artistica sovietica post-rivoluzionaria, Rodčenko coltivò importanti sodalizi con registi, attori e poeti contemporanei come Vladimir Mayakovskij. La stessa moglie di  Rodčenko, Varvara Stepanova, fu un'artista eclettica i cui interessi spaziavano dalla poesia alla realizzazione di scenografie teatrali.

Dopo il suo periodo pittorico dal 1918 al 1921 durante i quali produsse alcuni tra i primi dipinti monocromatici, e la sua esperienza con la scultura astratta ("Costruzioni Spaziali") egli passò alla fotografia. Grande proponente della natura artistica del mezzo - ai tempi considerato di second'ordine rispetto alla pittura - egli ha scatenato la sua immaginazione non solo nella scelta dei soggetti ma nel modo di riprenderli. Il suo uso di angoli olandesi (come nella stampa "Scale", 1929), di prospettive dinamiche e pose spontanee in contrapposizione ai ritratti formali ha posto le basi per molta della moderna fotografia documentaristica e di moda. Ritraendo individui ma anche gruppi, intellettuali e attori ma anche lavoratori e soldati, pompieri e artisti, parate militari e cantieri, edifici e macchinari, Rodčenko celebra i successi della Rivoluzione e il dinamismo dell'Uomo Nuovo Sovietico.

L'influenza di Rodčenko sull'arte compositiva e sulla tecnica del fotomontaggio, su cui ha sperimentato fin dal 1923 con la copertina del poema di Mayakovskij Pro Eto ("A proposito di questo") è ben percettibile anche oggi, nella manifestistica politica ma specialmente - ironia della sorte per un autore di credo socialista - nella pubblicità.

Rodčenko ha continuato a occuparsi di fotografia (anche dopo averla praticamente abbandonata nel 1942) organizzando mostre fino alla sua morte avvenuta nel 1956.


A. Rodčenko - Scala - 1929

Nell'esposizione inaugurata il venerdì 26 Febbraio al LAC e presentata dal vicesindaco di Lugano Giovanna Masoni Brenni, dalla direttrice del Museo di Arte Multimediale di Mosca Olga Sviblova e dal direttore del MASI Lugano Marco Franciolli, sono presenti trecentocinquanta opere di questo importante autore, tra fotografie, copertine, sculture e fotomontaggi. Tra questi il più immediatamente identificabile nell'immaginario collettivo è il poster "Knigi" ("Libri") per la rivista LEF (ЛЕФ, Levy Front Iskusstv o Fronte di Sinistra delle Arti) e ripreso in innumerevoli versioni tra cui la copertina del secondo album della band scozzese Franz Ferdinand (You Could Have It So Much Better, 2005) e riprodotto nel manifesto dell'esposizione luganese.
Nella composizione, volta a promuovere l'alfabetizzazione, spicca il profilo di Lilya Brik, moglie del poeta e critico Osip Brik (cofondatore con lei, Rodčenko, Mayakovskij, e altri di LEF), attrice, regista, modella e musa non solo per la cerchia avanguardista russa ma per artisti quali Marc Chagall ed Henri Matisse.

L'esposizione è situata al Livello 1 del LAC e sarà visitabile fino al 8 Maggio 2016 negli orari indicati sul sito web (http://www.luganolac.ch).

testo di D. Cuciz

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