Idee buone ma spesso ricicli di altri concetti già visti e rivisti.
Un artista deve rinnovarsi per destare attenzione e spesso non è evidente trovare il brio, il colpo di genio che faccia la differenza.
In questo caso troviamo a NY un "fil rouge" che è diventato verde per mano di Tatiana Trouvè.
Da molti è stata indicata come l'artista che avrebbe dovuto rappresentare la Francia in Biennale quest'anno, probabilmente non a torto al dire di tanti. E scopriamo che anche stavolta, Tatiana Trouvè (nata a Cosenza nel 1968, ma da sempre francese) ha trovato con sensibilità il nodo della matassa... Il Public Art Fund le ha commissionato un'opera pubblica (la prima dell'artista negli Stati Uniti) che fosse il risultato di un dialogo, di un racconto, incentrato su Central Park, polmone verde di Manhattan e anima dell'iconografia urbana come possono esserlo l'Empire State Building o la Statua della Libertà.
Ne è nata "Desire Lines", bella installazione che troneggerà all'ingresso del parco (dalla Fifth Avenue) fino alla fine di agosto e che descrive attraverso 212 bobine di corde di vari colori e diverse lunghezze (le indicazioni le trovate indicate sui supporti), la vitalità dell'area verde. Come? Mappando appunto tutti i camminamenti che Trouvè, piantina alla mano, ha scoperto, e che vanno da una lunghezza massima di 4 miglia fino a un minimo di 60 piedi.
Il risultato così scaturito è una trascrizione del parco come organo vitale, solcato e segnato da un'infinità di arterie e vene più o meno piccole e periferiche: un corpo vivo, "camminato" senza una logica definita, che Trouvè ha condensato nello spazio di tre grandi strutture-archivi di quello che potrebbe essere un labirinto arrotolato.
E pronto, all'occorrenza, per rintracciare e ritracciare qualche solco perduto. Un intervento che vuole approfondire anche l'atto "sociale" del camminare, specialmente rapportato alle abitudini della Grande Mela e ai suoi fruitori che diventano parte dell'opera stessa.
Un artista deve rinnovarsi per destare attenzione e spesso non è evidente trovare il brio, il colpo di genio che faccia la differenza.
In questo caso troviamo a NY un "fil rouge" che è diventato verde per mano di Tatiana Trouvè.
Da molti è stata indicata come l'artista che avrebbe dovuto rappresentare la Francia in Biennale quest'anno, probabilmente non a torto al dire di tanti. E scopriamo che anche stavolta, Tatiana Trouvè (nata a Cosenza nel 1968, ma da sempre francese) ha trovato con sensibilità il nodo della matassa... Il Public Art Fund le ha commissionato un'opera pubblica (la prima dell'artista negli Stati Uniti) che fosse il risultato di un dialogo, di un racconto, incentrato su Central Park, polmone verde di Manhattan e anima dell'iconografia urbana come possono esserlo l'Empire State Building o la Statua della Libertà.
Ne è nata "Desire Lines", bella installazione che troneggerà all'ingresso del parco (dalla Fifth Avenue) fino alla fine di agosto e che descrive attraverso 212 bobine di corde di vari colori e diverse lunghezze (le indicazioni le trovate indicate sui supporti), la vitalità dell'area verde. Come? Mappando appunto tutti i camminamenti che Trouvè, piantina alla mano, ha scoperto, e che vanno da una lunghezza massima di 4 miglia fino a un minimo di 60 piedi.
Il risultato così scaturito è una trascrizione del parco come organo vitale, solcato e segnato da un'infinità di arterie e vene più o meno piccole e periferiche: un corpo vivo, "camminato" senza una logica definita, che Trouvè ha condensato nello spazio di tre grandi strutture-archivi di quello che potrebbe essere un labirinto arrotolato.
E pronto, all'occorrenza, per rintracciare e ritracciare qualche solco perduto. Un intervento che vuole approfondire anche l'atto "sociale" del camminare, specialmente rapportato alle abitudini della Grande Mela e ai suoi fruitori che diventano parte dell'opera stessa.
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