venerdì 16 novembre 2012

Da non perdere: Teresa Leiser Giupponi al m.a.x. museo di Chiasso


Ancora pochi giorni per vedere un’interessantissima mostra al m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera).
Si concluderà infatti domenica 18 novembre la prima esposizione antologica dedicata a Teresa Leiser Giupponi grande artista ticinese spesso dimenticata dalla critica ufficiale, ma attiva sulla scena svizzera dagli anni ’50 agli anni ’80 del XX secolo.

Pittura astratta, xilografie, serigrafie, linoleografie, dipinti, sculture, rilievi, schizzi e bozzetti: oltre un centinaio di opere per raccontare un percorso di ricerca artistica di grande livello e sensibilità.
La stagione espositiva del Centro Culturale Chiasso (con importanti eventi organizzati all’interno del m.a.x.museo e dello SpazioOfficina) ha come tema conduttore quello dell’indagine su figure femminili nell’arte, donne enigmatiche e particolarmente dedite alla ricerca nel campo della grafica, della pittura e della fotografia, e spesso rimaste nell’ombra o poco considerate dalla critica perché non dedite alla promozione di sé stesse.

La prima esposizione, incentrata su questo tema propone un “focus” su Teresa Leiser Giupponi (1922-1993), pittrice, grafica e scultrice, la cui vita di artista fu profondamente segnata anche da vicende familiari, che non la distolsero comunque mai dall’esprimere la sua creatività con grande tenacia e spinta creativa.
La mostra allestita al m.a.x.museo di Chiasso (Canton Ticino, Svizzera) resterà aperta al pubblico fino a domenica 18 novembre.

L’esposizione presenta più di un centinaio di opere
fra dipinti a tempera acrilica, xilografie, serigrafie, matrici delle stesse, schizzi, disegni e sculture. Il percorso in mostra conduce tematicamente attraverso la sua ricerca artistica, pur rispettando la visione antologica operata su un’accurata selezione della sua intera produzione artistica.
L’opera di Teresa Leiser Giupponi

La sua ricerca artistica, che ha un’apertura molto incoraggiante verso lo studio della pittura astratta, è il riflesso della Concrete Kunst svizzera che aveva trovato terreno fertile anche nella vicina Lombardia del secondo dopoguerra, ma questo non è l’unico campo d’indagine.
Si nota, infatti, il sistematico avvicinamento allo studio dei maestri del Bauhaus prima (da Paul Klee a Josef Albers), al new-dada poi (Robert Rauschemberg, Jasper Johns e Joseph Cornell).
In particolare, Teresa Leiser Giupponi guarderà allo studio dell’essenzialità e alla scelta della forma e del colore dimostrando una forte analogia verso la ricerca condotta dagli aderenti alla corrente denominata Color field painting (pittura a campi di colore).
Molto interessanti sono le sue opere di pittura astratta, in cui lo studio armonico fra le varie dimensioni delle figure geometriche rappresentate evidenzia l’approfondita conoscenza delle proporzioni auree, conoscenza dimostrata anche dagli schizzi preparatori. Emerge, inoltre, uno studio particolare verso le tonalità del film pittorico, steso con estrema raffinatezza visiva e capace di toccare tutte le combinazioni cromatiche dei colori freddi.
La sua grande sensibilità trova particolare messa a punto nell’arte grafica, dalle xilografie – spesso realizzate come monotipi – alle serigrafie, ai forbicicchi (lavori ottenuti ritagliando la carta, tipici del canton Appenzello, ma sono anche molto in voga in Giappone, col nome di kirigami). La conoscenza dell’arte incisoria giapponese la porta a realizzare opere molto raffinate che rivelano in questo settore una forte originalità e autonomia artistica per temi, composizione di forme e colori.
Ma Teresa Leiser Giupponi affronta anche l’opera scultorea, quasi come a voler dialogare con l’espressività plastica del marito. I pezzi da lei realizzati rivelano una cura nell’esecuzione e una ricercatezza di figure che potremmo definire quasi “materne” .
Quale approfondimento sullo studio armonico delle forme da parte di Teresa Leiser Giupponi, ecco un estratto dell’intervento della direttrice del m.a.x. museo Chiasso (nonché dello dello Spazio Officina), Dottoressa Nicoletta Ossanna Cavadini, presente nel catalogo dedicato alla mostra:
“(…) Sarà lo studio verso il modulo e la teoria di Le Corbusier, tema diffusosi in Svizzera sul finire degli anni quaranta, a seguito della pubblicazione de Le Modulor a occupare con grande attenzione Teresa Leiser Giupponi. Il significato del concetto innovativo de Le Modulor è da intendersi “quale espressione fondamentale di un universo unitario, proporzione basilare, echeggiata e riecheggiata dalle cose più piccole alle più grandi, che armonizza ogni cosa con il tutto”. (…) Questa regola, definita “sezione aurea” dagli antichi, costituisce quel particolare rapporto che consente la suddivisione di una dimensione in due grandezze che, pur essendo dinamicamente dissimili, risultano però armoniche tra loro. Le Corbusier ha utilizzato in modo originale il rapporto aureo per determinare una gamma di dimensioni a “misura d’uomo”. (…) È rilevante notare che fra le pagine del primo volume de Le Modulor posseduto da Teresa è proprio quella che riporta i numeri della serie riconducibile a Fibonacci a essere annotata a matita, in cui è la serie blu ad attirare il suo interesse, e in particolare i valori della progressione armonica decrescente: 1,40 e 0,86. Una macchia d’inchiostro presente su questa pagina del testo lecorbuseriano dimostra ulteriormente che l’artista studia e disegna con particolare attenzione questi rapporti armonici, adoperandoli nel dimensionare le campiture dei colori delle figure geometriche della sua pittura astratta. Molti sono gli schizzi e le costruzioni geometriche preparatorie trovati nell’archivio di Teresa Leiser Giupponi, in cui anche ogni slittamento d’asse o innovazione creativa della forma pittorica sono generati da uno studio rigoroso che “struttura” la composizione. Gli studi sono spesso realizzati su carta millimetrata, per seguire con particolare rigore la proporzionalità che genera un’armonia sottesa nelle sue opere. L’occhio percepisce una grammatica nascosta e strutturale che fa apprezzare i rapporti “fra le parti e il tutto”, di antica memoria vitruviana.(…) “   Nicoletta Ossanna Cavadini
Biografia di Teresa Leiser Giupponi (1922-­1993)
La vita della Giupponi è la vita di molte donne che hanno dovuto rinunciare alle luci della ribalta per necessità familiari, nonostante il proprio valore artistico.
Nata a Sciaffusa da genitori ticinesi di origine italiana, si trasferì a vent’anni a Bienne dove conobbe lo scultore Willy Leiser, che diventerà suo marito e compagno di vita.
La giovane coppia di artisti, in contatto con l’entourage creativo del Canton Ticino, scelse di vivere a Sala Capriasca (Ticino), mantenendo così, in virtù della centralità geografica della residenza scelta, sia forti rapporti con Bienne e con una committenza istituzionale importante (alcune opere di Teresa Leiser Giupponi arricchiscono l’importante collezione del museo d’arte di Bienne), sia i contatti con la vicina Lombardia e via via i fermenti internazionali che si stavano sviluppando.
Emarginata, poi, dalle grandi relazioni del mondo dell’arte mitteleuropeo dopo la precoce morte del marito Willy, avvenuta nel 1958, la giovane artista conoscerà un periodo molto difficile. Teresa Leiser Giupponi, nonostante le sopravvenute difficoltà, non abbandonerà, tuttavia, mai l’arte, e integrerà le necessità del lavoro quotidiano con l’esecuzione nell’atelier di casa, continuando ad aggiornarsi, frequentando esposizioni e coltivando il piacere della lettura, rigorosamente in tedesco o francese, lingue che aveva studiato fino al Ginnasio.
L’aver frequentato l’ambiente locarnese e l’aver visto in particolare le opere dei coniugi Arp, trova un puntuale riferimento in questa particolare fase della sua vita. Il suo percorso non sarà sempre lineare perché costellato da difficoltà economiche e relazionali; pur pienamente inserita nella SPSASS (Società di Pittori, Scultori e Architetti Svizzeri) e nella prestigiosa Associazione svizzera Xylon, Teresa Leiser Giupponi riesce a esporre solo nelle occasionali collettive e la sua opera rimarrà perlopiù sconosciuta ad un largo pubblico.
Accompagna la mostra un bellissimo catalogo, curato da Nicoletta Ossanna Cavadini, e pubblicato dalla casa editrice Silvana Editoriale di Milano (con saggi di Marco Fagioli, Jacopo Gilardi e Maria Will), pp. 76, ISBN 9-788836-624904, CHF 31.-, Euro 18.-
 Aymone Poletti
INFORMAZIONI per il pubblico
Orari di apertura: martedì-­‐domenica ore 10-­‐12 e 15-­‐18
Telefono  +41 91 682 56 56

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