Ancora pochi giorni per vedere un’interessantissima mostra al m.a.x.
museo di Chiasso (Svizzera).
Si concluderà infatti domenica 18 novembre la prima esposizione antologica dedicata a Teresa Leiser Giupponi grande artista ticinese spesso dimenticata dalla critica ufficiale, ma attiva sulla scena svizzera dagli anni ’50 agli anni ’80 del XX secolo.
Si concluderà infatti domenica 18 novembre la prima esposizione antologica dedicata a Teresa Leiser Giupponi grande artista ticinese spesso dimenticata dalla critica ufficiale, ma attiva sulla scena svizzera dagli anni ’50 agli anni ’80 del XX secolo.
Pittura astratta, xilografie, serigrafie, linoleografie, dipinti,
sculture, rilievi, schizzi e bozzetti: oltre un centinaio di opere per
raccontare un percorso di ricerca artistica di grande livello e sensibilità.
La stagione
espositiva del Centro Culturale Chiasso
(con importanti eventi organizzati all’interno del m.a.x.museo e dello SpazioOfficina) ha come
tema conduttore quello dell’indagine su
figure femminili nell’arte, donne enigmatiche e particolarmente dedite
alla ricerca nel campo della grafica, della pittura e della fotografia, e
spesso rimaste nell’ombra o poco considerate dalla critica perché non dedite
alla promozione di sé stesse.
La prima esposizione, incentrata su questo tema propone un “focus” su Teresa Leiser Giupponi (1922-1993), pittrice, grafica e scultrice, la cui vita di artista fu profondamente segnata anche da vicende familiari, che non la distolsero comunque mai dall’esprimere la sua creatività con grande tenacia e spinta creativa.
La mostra
allestita al m.a.x.museo di Chiasso (Canton Ticino, Svizzera) resterà aperta al
pubblico fino a domenica 18 novembre.
L’esposizione presenta più di un centinaio di opere fra dipinti a tempera acrilica, xilografie, serigrafie, matrici delle stesse, schizzi, disegni e sculture. Il percorso in mostra conduce tematicamente attraverso la sua ricerca artistica, pur rispettando la visione antologica operata su un’accurata selezione della sua intera produzione artistica.
L’opera di
Teresa Leiser Giupponi
La sua ricerca
artistica, che ha un’apertura molto incoraggiante verso lo studio della pittura astratta, è il riflesso della Concrete
Kunst svizzera che aveva trovato terreno fertile anche nella vicina
Lombardia del secondo dopoguerra, ma questo non è l’unico campo d’indagine.
Si
nota, infatti, il sistematico avvicinamento allo studio dei maestri del Bauhaus prima (da Paul Klee a Josef
Albers), al new-dada poi (Robert
Rauschemberg, Jasper Johns e Joseph Cornell).
In particolare, Teresa
Leiser Giupponi guarderà allo studio
dell’essenzialità e alla scelta della forma e del colore dimostrando una forte
analogia verso la ricerca condotta dagli aderenti alla corrente denominata Color
field painting (pittura a campi di colore).
Molto interessanti sono le sue opere di pittura astratta, in cui lo
studio armonico fra le varie dimensioni delle figure geometriche rappresentate evidenzia
l’approfondita conoscenza delle proporzioni auree, conoscenza dimostrata anche
dagli schizzi preparatori. Emerge, inoltre, uno studio particolare verso le
tonalità del film pittorico, steso con estrema raffinatezza visiva e capace di
toccare tutte le combinazioni cromatiche dei colori freddi.
La sua grande
sensibilità trova particolare messa a punto nell’arte grafica, dalle xilografie – spesso realizzate come monotipi –
alle serigrafie, ai forbicicchi (lavori ottenuti ritagliando la carta, tipici del canton Appenzello, ma
sono anche molto in voga in Giappone, col nome di kirigami). La conoscenza dell’arte incisoria
giapponese la porta a realizzare opere molto raffinate che rivelano in questo
settore una forte originalità e autonomia artistica per temi, composizione di
forme e colori.
Ma Teresa Leiser
Giupponi affronta anche l’opera
scultorea, quasi come a voler dialogare con l’espressività plastica del
marito. I pezzi da lei realizzati rivelano una cura nell’esecuzione e una
ricercatezza di figure che potremmo definire quasi “materne” .
Quale
approfondimento sullo studio armonico delle forme da parte di Teresa Leiser
Giupponi, ecco un estratto dell’intervento della direttrice del m.a.x. museo
Chiasso (nonché dello dello
Spazio Officina), Dottoressa Nicoletta
Ossanna Cavadini, presente nel catalogo dedicato alla mostra:
“(…) Sarà lo studio verso il
modulo e la teoria di Le Corbusier, tema diffusosi in Svizzera sul finire degli
anni quaranta, a seguito della pubblicazione de Le Modulor a occupare con
grande attenzione Teresa Leiser Giupponi. Il significato del concetto
innovativo de Le Modulor è da intendersi “quale espressione fondamentale di un
universo unitario, proporzione basilare, echeggiata e riecheggiata dalle cose
più piccole alle più grandi, che armonizza ogni cosa con il tutto”. (…) Questa
regola, definita “sezione aurea” dagli antichi, costituisce quel particolare
rapporto che consente la suddivisione di una dimensione in due grandezze che,
pur essendo dinamicamente dissimili, risultano però armoniche tra loro. Le
Corbusier ha utilizzato in modo originale il rapporto aureo per determinare una
gamma di dimensioni a “misura d’uomo”. (…) È rilevante notare che fra le pagine
del primo volume de Le Modulor posseduto da Teresa è proprio quella che riporta
i numeri della serie riconducibile a Fibonacci a essere annotata a matita, in
cui è la serie blu ad attirare il suo interesse, e in particolare i valori
della progressione armonica decrescente: 1,40 e 0,86. Una macchia d’inchiostro
presente su questa pagina del testo lecorbuseriano dimostra ulteriormente che
l’artista studia e disegna con particolare attenzione questi rapporti armonici,
adoperandoli nel dimensionare le campiture dei colori delle figure geometriche
della sua pittura astratta. Molti sono gli schizzi e le costruzioni geometriche
preparatorie trovati nell’archivio di Teresa Leiser Giupponi, in cui anche ogni
slittamento d’asse o innovazione creativa della forma pittorica sono generati
da uno studio rigoroso che “struttura” la composizione. Gli studi sono spesso
realizzati su carta millimetrata, per seguire con particolare rigore la
proporzionalità che genera un’armonia sottesa nelle sue opere. L’occhio percepisce
una grammatica nascosta e strutturale che fa apprezzare i rapporti “fra le
parti e il tutto”, di antica memoria vitruviana.(…) “ Nicoletta Ossanna Cavadini
Biografia di
Teresa Leiser Giupponi (1922-1993)
La vita della
Giupponi è la vita di molte donne che hanno dovuto rinunciare alle luci della
ribalta per necessità familiari, nonostante il proprio valore artistico.
Nata a Sciaffusa
da genitori ticinesi di origine italiana, si trasferì a vent’anni a Bienne dove
conobbe lo scultore Willy Leiser, che
diventerà suo marito e compagno di vita.
La giovane coppia di artisti, in
contatto con l’entourage creativo del Canton Ticino, scelse di vivere a Sala
Capriasca (Ticino), mantenendo così, in virtù della centralità geografica della
residenza scelta, sia forti rapporti con Bienne e con una committenza
istituzionale importante (alcune opere di Teresa Leiser Giupponi arricchiscono
l’importante collezione del museo d’arte di Bienne), sia i contatti con la
vicina Lombardia e via via i fermenti internazionali che si stavano
sviluppando.
Emarginata, poi,
dalle grandi relazioni del mondo dell’arte mitteleuropeo dopo la precoce morte
del marito Willy, avvenuta nel 1958, la giovane artista conoscerà un periodo
molto difficile. Teresa Leiser Giupponi, nonostante le sopravvenute difficoltà,
non abbandonerà, tuttavia, mai l’arte,
e integrerà le necessità del lavoro quotidiano con l’esecuzione nell’atelier di
casa, continuando ad aggiornarsi, frequentando esposizioni e coltivando
il piacere della lettura, rigorosamente in tedesco o francese, lingue che aveva
studiato fino al Ginnasio.
L’aver
frequentato l’ambiente locarnese e l’aver visto in particolare le opere dei
coniugi Arp, trova un puntuale riferimento in questa particolare fase della sua
vita. Il suo percorso non sarà sempre lineare perché costellato da difficoltà
economiche e relazionali; pur pienamente inserita nella SPSASS (Società di
Pittori, Scultori e Architetti Svizzeri) e nella prestigiosa Associazione
svizzera Xylon, Teresa Leiser Giupponi riesce a esporre solo nelle occasionali
collettive e la sua opera rimarrà perlopiù sconosciuta ad un largo pubblico.
Accompagna la
mostra un bellissimo catalogo, curato da Nicoletta Ossanna Cavadini, e
pubblicato dalla casa editrice Silvana Editoriale di Milano (con saggi di Marco
Fagioli, Jacopo Gilardi e Maria Will), pp. 76, ISBN 9-788836-624904, CHF 31.-,
Euro 18.-
Aymone
Poletti
INFORMAZIONI per il pubblico
Orari di
apertura: martedì-‐domenica ore 10-‐12 e 15-‐18
Telefono +41 91 682 56
56
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