Per noi a Venezia: Aymone Poletti
A quasi esattamente 10 anni di distanza dalla prima mostra veneziana di Pierre Casè alla chiesa di San Stae, sabato 11 marzo 2017 si è inaugurata, sempre a Venezia, ai Magazzini del Sale n. 5 (località Zattere), un’altra intensa rassegna di opere dell’artista svizzero, intitolata “Il Bestiario”; una mostra profonda che fonde il suo lavoro con le poesie del fratello scomparso, il poeta Angelo Casè.
Il dubbio risuona in
me come l’ocarina
del fanciullo
straniero. Il guizzo sei
del ramarro: un volo
pesante di corvo:
la vespa infingarda.
La tua assenza
è una freccia precisa
nel bersaglio.
E gli occhi bruciano i
cieli di un tempo. Angelo Casè
Pierre
Casè ama da sempre indagare la materia nel suo più autentico vissuto fatto di
lamiere rugginose, di legni tormentati dal tempo, di polveri da inserire nei
racconti che gli crescono tra le mani. Ora questa sua ricerca l’ha riversata in
125 opere, fra imponenti di oltre 2 metri di larghezza e di piccolo formato A6, che esaltano il percorso
concepito nel suggestivo magazzino, complesso di dimensioni ingenti che fu
edificato all'inizio del Quattrocento.
L’esposizione
sottolinea in maniera visivamente traumatica i momenti di crisi e di sofferenza
che hanno riguardato l’artista da vicino. Pierre Casè ha raccolto, infatti,
materiali definiti come “vissuti”: crani di mucche, di manzi, di capre, di
pecore e di asini, che popolavano i pascoli del territorio ticinese e di altri
animali domestici. Non mancano, alla fine dell’esposizione, nell’opera più
grave, 14 crani umani impalati “per insinuare nel visitatore un senso di
oppressione e di interrogante malessere” con al centro dell'installazione un enorme libro con le poesie di
Angelo e i testi di chi ha partecipato alla realizzazione del catalogo legato
all’esposizione. Un omaggio al fratello scomparso nel 2005, la cui memoria è
sempre presente come protettrice dell’essenza di tutte le opere esposte ai
magazzini del sale, quale testimonianza di un rapporto fusionale e
reciprocamente partecipe.
Un
“Memento mori” dunque, per apprezzare maggiormente i piccoli dettagli della
vita. “Un’arca-di-Casè”, come l’ha acutamente definita Gilberto Isella nel suo
testo di catalogo, “tra urlo e tenerezza, per Angelo Casè”.
Non
è la prima volta che le opere di Casè vengono esposte a Venezia: dal settembre
all’ottobre 2011 presentò nella Scuola Grande della Misericordia, l’esposizione
“Misteri del Sotoportego” ed ancor prima, nel 2007, le sue opere diedero vita
all'esposizione “Mnemosine per Venezia”.
L’evento
è stato accompagnato da un catalogo stampato da Fidia Casa Editrice
Lugano-Milano con testi di Luciano Caprile, Bruno Donati, Daniele Maggetti,
René Pandis, Mara Rumiz, Alberto Toso Fei e Gilberto Isella.
- Luogo: magazzino del sale 5, Dorsoduro, 262 -
Venezia - Veneto
- dal 11/03/2017 - al 30/04/2017
- Orari: martedì-domenica: dalle
10.00 alle 18.00, lunedì chiuso
Si
ricorda che, inoltre, il 24 marzo avrà luogo la manifestazione parallela “Come in una favola”: un film
documentario di René Pandis e Thomas Radlwimmer che verrà proiettato nella sede
del consolato svizzero di Venezia, in Palazzo Trevisan in Campo S. Agnese,
Dorsoduro ( vicino ai magazzini del sale).
Thomas Radlwimmer, nato
in Austria nel 1988, si è appassionato presto di fotografia e di film. Ha
approfondito il suo interesse studiando alla Scuola universitaria di
televisione e cinema di Monaco di Baviera. Lavora come cineoperatore, regista e
fotografo, principalmente nell’area germanofona.
René Pandis,
francese nato a Stoccarda nel 1954, è stato a lungo attivo in Germania, come
autore, regista, produttore e organizzatore in ambito teatrale, radiofonico e
televisivo. Ha curato progetti radiotelevisivi e dal vivo con artisti di
rilievo internazionale, come per es. Léo Ferré, Roberto De Simone, Luc Ferrari,
e Ross Daly. Vive da qualche anno nella Svizzera italiana, dove continua a
realizzare vari progetti culturali.
Pierre Casè è nato a Locarno il 16
febbraio 1944, vive e lavora a Maggia nel Canton Ticino.
Espone
regolarmente, sia in Svizzera che all'esterno dal 1964, e dal 1967 è membro
attivo della SPSAS (Società pittori, scultori e architetti svizzeri) di cui è
stato apprezzato presidente nazionale dal 1987 al 1993.
Per dieci
anni, dal 1990 al 2000, è stato direttore artistico della Pinacoteca Casa Rusca
di Locarno, per la quale ha curato l'organizzazione di importanti rassegne
dedicate all'arte europea del Novecento, con particolare attenzione per la
produzione svizzera, italiana, tedesca e spagnola.
Di
particolare rilievo sono state, fra le altre, le mostre dedicate a Max Bill,
Giuseppe Santomaso, Osvaldo Licini, Alberto Burri, Enrico Baj, Emil Schumacher,
Antoni Tàpies e Marino Marini. In questi anni si è anche occupato della
valorizzazione delle collezioni della Città, con mostre negli spazi della
Pinacoteca e in numerosi musei all'estero.
Dal 1991
al 2000 ha fatto parte del Consiglio di fondazione della Fondazione Marguerite
Arp. Nel 1994 è stato nominato membro della Commissione federale della
Fondazione Gottfried Keller da parte del Consiglio federale, mentre nel 1997 è
stato chiamato a far parte del consiglio della Fondazione Giovanni Segantini,
cariche, queste ultime, che ha lasciato per motivi di salute nel mese di
gennaio 1999.
Dall'inizio del 2001 la sua attività è tutta
rivolta alla produzione artistica.
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