Fra gli imperdibili, c'é anche lui, Claude Monet.
La Fondation Gianadda di Martigny (in Vallese, Svizzera) presenta una importante selezione di opere prestate dal Musée Marmottan assieme a dipinti provenienti da musei e collezioni private svizzere.
La mostra affronta fra gli altri il periodo di Giverny, dove Monet si installò e visse fino alla sua morte.
Dall'autunno del 1890 il pittore trasforma questa proprietà e compra alcuni terreni attigui.
Avviene la trasformazione tematica del terreno e anche della sua pittura. L'orto diventa una valle di peonie, di gigli, di iris, gestita da 5 giardinieri.
Egli si appassiona a questo luogo e in quel periodo crea l'indimenticabile "giardino d'acqua" arricchito da un ponte, probabilmente ispirato alla sua grande collezione di stampe Giapponesi (che tanti avranno avuto il piacere di vedere alcuni anni fa a Milano... se così non fosse, potranno -ri-vederle a Martigny).
Questa mostra vale la trasferta perché offre al pubblico un viaggio dove la realtà è ricomposta a partire dalla luce a cui l'artista fa subire infinite variazioni. Praticamente uno spaccato di sensazioni fotografiche trasposte sulla tela.
Una poesia pura che permetterà anche ai più giovani di risvegliare il proprio senso critico, e capire da dove proviene l'arte moderna e di conseguenza anche quella contemporanea.
La mostra affronta fra gli altri il periodo di Giverny, dove Monet si installò e visse fino alla sua morte.
Dall'autunno del 1890 il pittore trasforma questa proprietà e compra alcuni terreni attigui.
Avviene la trasformazione tematica del terreno e anche della sua pittura. L'orto diventa una valle di peonie, di gigli, di iris, gestita da 5 giardinieri.
Egli si appassiona a questo luogo e in quel periodo crea l'indimenticabile "giardino d'acqua" arricchito da un ponte, probabilmente ispirato alla sua grande collezione di stampe Giapponesi (che tanti avranno avuto il piacere di vedere alcuni anni fa a Milano... se così non fosse, potranno -ri-vederle a Martigny).
Questa mostra vale la trasferta perché offre al pubblico un viaggio dove la realtà è ricomposta a partire dalla luce a cui l'artista fa subire infinite variazioni. Praticamente uno spaccato di sensazioni fotografiche trasposte sulla tela.
Una poesia pura che permetterà anche ai più giovani di risvegliare il proprio senso critico, e capire da dove proviene l'arte moderna e di conseguenza anche quella contemporanea.
La mostra è stata inaugurata il 17 giugno e sarà visitabile fino al 20 novembre.
Il museo è aperto tutti i giorni dalle ore 09.00 alle 19.00.
Per maggiori informazioni : http://www.gianadda.ch/
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