"La biblioteca infinita. I luoghi del sapere del mondo antico"
Un po' di relax ed una visita culturale diversa dal solito (visibile fino al 15 ottobre)
In mostra la storia della nascita e diffusione della cultura scritta e della sua propagazione nei confini geografici del mondo antico greco, ellenistico e romano.
Il libro scritto comparve in Grecia sulla fine del V secolo a.C. anche se manoscritti di Omero erano stati approntati già dalla metà del VI secolo, se si vuole credere alla tradizione antica. Con i tragici e sicuramente con l'inizio del IV secolo il commercio librario era già una realtà.
Ma certamente l'impulso più grande lo diede l'età ellenistica e la formazione di un impero che, una volta sgretolatosi, trovò il suo centro culturale in Alessandria e nel suo Museo e nella famosa Biblioteca. Ai dotti alessandrini si dovette molto di quello che ancora oggi possiamo leggere dei classici greci di V e IV secolo ed anche una sistemazione del sapere che fece scuola fino ai giorni nostri.
Dopo Alessandria l'altra biblioteca che si gloriò di sistemare il sapere rendendolo fruibile al pubblico fu quella di Pergamo dove regnava la dinastia degli Attalidi; biblioteca che fece gola ai Romani i quali durante le loro campagne belliche di Grecia (inizio II sec. a.C.) erano capaci di chiedere alle città assediate riscatti in libri per la loro salvezza.
I Latini dovettero aspettare fino al I secolo per vedere la progettazione della prima biblioteca (Pompeo e Cesare) e la sua realizzazione per la fruizione da parte di tutto il popolo interessato alla cultura (Augusto).
La mostra getta luce su tutti i meccanismi di produzione, conservazione e diffusione del sapere antico. Strumenti, tecniche di composizione e ispirazione erano ben differenti rispetto ai giorni moderni ma ciò non limitò la produzione scrittoria che spesso invece era favorita dalle classi di potere già convinte di piegare a proprio favore uno strumento tanto potente di persuasione come la lettura. Il primo ad intuire le potenzialità della letteratura fu certamente Augusto il quale portò alla sua corte, tramite Mecenate, Virgilio, Orazio e molti altri, producendo una letteratura di propaganda in grado di ridefinire perfino la mitologia di Roma.
La mostra si divide in 7 sezioni, portando tra le volte del Colosseo nel suo primo ordine, 120 tra statue, affreschi, rilievi, strumenti e supporti di scrittura (tavolette cerate, codex, stiletti per la cancellatura e la scrittura rinvenuti in tutta l'area geografica dell'Impero Romano). Attraverso l'esposizione si comprenderà come funzionava la composizione scritta nel mondo antico - spesso si componeva per dettatura e a scrivere erano gli schiavi colti o i liberti - e come si arrivava alle prime edizioni e alla loro diffusione nel mercato librario che a Roma nel I secolo d.C. è documentato anche attravreso i taglienti epigrammi di Marziale.
Il libro scritto comparve in Grecia sulla fine del V secolo a.C. anche se manoscritti di Omero erano stati approntati già dalla metà del VI secolo, se si vuole credere alla tradizione antica. Con i tragici e sicuramente con l'inizio del IV secolo il commercio librario era già una realtà.
Ma certamente l'impulso più grande lo diede l'età ellenistica e la formazione di un impero che, una volta sgretolatosi, trovò il suo centro culturale in Alessandria e nel suo Museo e nella famosa Biblioteca. Ai dotti alessandrini si dovette molto di quello che ancora oggi possiamo leggere dei classici greci di V e IV secolo ed anche una sistemazione del sapere che fece scuola fino ai giorni nostri.
Dopo Alessandria l'altra biblioteca che si gloriò di sistemare il sapere rendendolo fruibile al pubblico fu quella di Pergamo dove regnava la dinastia degli Attalidi; biblioteca che fece gola ai Romani i quali durante le loro campagne belliche di Grecia (inizio II sec. a.C.) erano capaci di chiedere alle città assediate riscatti in libri per la loro salvezza.
I Latini dovettero aspettare fino al I secolo per vedere la progettazione della prima biblioteca (Pompeo e Cesare) e la sua realizzazione per la fruizione da parte di tutto il popolo interessato alla cultura (Augusto).
La mostra getta luce su tutti i meccanismi di produzione, conservazione e diffusione del sapere antico. Strumenti, tecniche di composizione e ispirazione erano ben differenti rispetto ai giorni moderni ma ciò non limitò la produzione scrittoria che spesso invece era favorita dalle classi di potere già convinte di piegare a proprio favore uno strumento tanto potente di persuasione come la lettura. Il primo ad intuire le potenzialità della letteratura fu certamente Augusto il quale portò alla sua corte, tramite Mecenate, Virgilio, Orazio e molti altri, producendo una letteratura di propaganda in grado di ridefinire perfino la mitologia di Roma.
La mostra si divide in 7 sezioni, portando tra le volte del Colosseo nel suo primo ordine, 120 tra statue, affreschi, rilievi, strumenti e supporti di scrittura (tavolette cerate, codex, stiletti per la cancellatura e la scrittura rinvenuti in tutta l'area geografica dell'Impero Romano). Attraverso l'esposizione si comprenderà come funzionava la composizione scritta nel mondo antico - spesso si componeva per dettatura e a scrivere erano gli schiavi colti o i liberti - e come si arrivava alle prime edizioni e alla loro diffusione nel mercato librario che a Roma nel I secolo d.C. è documentato anche attravreso i taglienti epigrammi di Marziale.
Si potrà anche capire come vivevano gli scrittori in un mondo che non prevedeva il diritto d'autore.
Questa mostra è stata ideata in seguito ai ritrovamenti seguiti ai lavori di scavo della linea C della metropolitana di Roma che hanno portato alla luce gli auditori di Adriano a Piazza Madonna di Loreto; inoltre gli scavi moderni di via dei Fori Imperiali, nella sua parte da sempre sepolta, hanno restituito reperti mai visti che, per la prima volta, sono esposti proprio al Colosseo.
Ci si affaccia ad una parabola culturale che portò Roma ad affermarsi anche nel campo delle lettere prima di cedere il passo alla società romana e cristiana che si volse inevitabilmente verso altri orizzonti culturali volgendo le spalle a tutti i grandi classici con l'esclusione di pochi fortunati autori ancora accettati perché interpretati allegoricamente. Ma a Roma alla fine del V secolo d.C. alcuni patrizi eruditi si proposero di salvare dall'oblio numerosi di questi classici, ricopiandoli ed emendandoli con tecniche alessandrine. Nel Foro di Augusto e Cesare, nell'età dei Simmachi, diverse persone lavoravano all'aperto per preservare per i posteri un mondo che andava lentamente e inesorabilmente disfacendosi.
La mostra "La biblioteca infinita. I luoghi del sapere del mondo antico" al Colosseo è voluta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con Electa.
Orario d'apertura: dalle 8.30 alle 16 fino al 15 marzo. Uscita dal monumento alle 17.00; 8.30–16.30 dal 16 all’ultimo sabato di marzo. Uscita dal monumento alle 17.30; 8.30–18.15 dall’ultima domenica di marzo al 31 agosto. Uscita dal monumento alle 19.15; 8.30–18.00 dal 1 al 30 settembre. Non si effettua chiusura settimanale. La biglietteria chiude un'ora prima.
Biglietti: Intero € 12,00; ridotto € 7,50
Lo stesso biglietto consente l’accesso al Colosseo.
Informazioni: tel. 39.06.56368003
Questa mostra è stata ideata in seguito ai ritrovamenti seguiti ai lavori di scavo della linea C della metropolitana di Roma che hanno portato alla luce gli auditori di Adriano a Piazza Madonna di Loreto; inoltre gli scavi moderni di via dei Fori Imperiali, nella sua parte da sempre sepolta, hanno restituito reperti mai visti che, per la prima volta, sono esposti proprio al Colosseo.
Ci si affaccia ad una parabola culturale che portò Roma ad affermarsi anche nel campo delle lettere prima di cedere il passo alla società romana e cristiana che si volse inevitabilmente verso altri orizzonti culturali volgendo le spalle a tutti i grandi classici con l'esclusione di pochi fortunati autori ancora accettati perché interpretati allegoricamente. Ma a Roma alla fine del V secolo d.C. alcuni patrizi eruditi si proposero di salvare dall'oblio numerosi di questi classici, ricopiandoli ed emendandoli con tecniche alessandrine. Nel Foro di Augusto e Cesare, nell'età dei Simmachi, diverse persone lavoravano all'aperto per preservare per i posteri un mondo che andava lentamente e inesorabilmente disfacendosi.
La mostra "La biblioteca infinita. I luoghi del sapere del mondo antico" al Colosseo è voluta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con Electa.
Orario d'apertura: dalle 8.30 alle 16 fino al 15 marzo. Uscita dal monumento alle 17.00; 8.30–16.30 dal 16 all’ultimo sabato di marzo. Uscita dal monumento alle 17.30; 8.30–18.15 dall’ultima domenica di marzo al 31 agosto. Uscita dal monumento alle 19.15; 8.30–18.00 dal 1 al 30 settembre. Non si effettua chiusura settimanale. La biglietteria chiude un'ora prima.
Biglietti: Intero € 12,00; ridotto € 7,50
Lo stesso biglietto consente l’accesso al Colosseo.
Informazioni: tel. 39.06.56368003
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