Da exibart
Moda intesa solo come arte applicata? Il concetto è oramai superato. E lo sanno bene anche nei musei di mezzo mondo.
Basti ricordare semplicemente la mostra di Alexander McQueen allestita, ormai due anni fa, dal Costume Institute del Metropolitan di New York, che ha realizzato ingressi -e incassi- da record al museo. E quest'anno ci riprova con "Punk”. In Italia? In un Paese dove la creatività attinge ad una cultura artigianale unica al mondo, forse questa forma non è particolarmente trattata come "arte”, come invece avviene nel resto del globo. E proprio perché sarebbe il caso di "svoltare” anche su questo argomento, il MAXXI -a partire da domani- organizza tre appuntamenti dove nello spazio YAP su piazza Boetti, saranno presentati approfondimenti, per fare il punto sulla situazione italiana, discutere di curatela di mostre dedicate alla moda e comprendere limiti e pregi della comunicazione contemporanea su questi temi.
Si inizia domani, con "Tra Roma e Milano: il futuro della moda italiana”. Un talk che prenderà spunto proprio dalla condizione delle due città: se Milano ha schierato un consiglio di amministrazione con i più grandi nomi della moda mondiale, Roma è sempre più considerata capace di generare figure ibride tra arte, moda e artigianato. Quali possono essere gli scenari futuri nell’ottica di una collaborazione?
Mercoledì prossimo, ultimo appuntamento prima della pausa estiva sarà invece la volta di "Curare la moda”: come si organizza una mostra sul tema? Come sviluppare percorsi? Una serie di "visioni” che si riallacceranno all'ultimo appuntamento di fine settembre, sulle "Nuove modalità di comunicazione e diffusione della moda e dell'arte”. Qui il discorso si farà più complesso, perché se è vero che la comunicazione e la contaminazione fra moda e arte ha aperto scenari nuovi e creato nuove figure professionali, il rischio palese è l'inciampo nell'impreparazione e nella superficialità di un meccanismo complesso forse ancora ai suoi albori, specialmente nel Belpaese che la moda l'ha sempre prodotta, ma forse mai pienamente "omaggiata”.
Moda intesa solo come arte applicata? Il concetto è oramai superato. E lo sanno bene anche nei musei di mezzo mondo.
Basti ricordare semplicemente la mostra di Alexander McQueen allestita, ormai due anni fa, dal Costume Institute del Metropolitan di New York, che ha realizzato ingressi -e incassi- da record al museo. E quest'anno ci riprova con "Punk”. In Italia? In un Paese dove la creatività attinge ad una cultura artigianale unica al mondo, forse questa forma non è particolarmente trattata come "arte”, come invece avviene nel resto del globo. E proprio perché sarebbe il caso di "svoltare” anche su questo argomento, il MAXXI -a partire da domani- organizza tre appuntamenti dove nello spazio YAP su piazza Boetti, saranno presentati approfondimenti, per fare il punto sulla situazione italiana, discutere di curatela di mostre dedicate alla moda e comprendere limiti e pregi della comunicazione contemporanea su questi temi.
Si inizia domani, con "Tra Roma e Milano: il futuro della moda italiana”. Un talk che prenderà spunto proprio dalla condizione delle due città: se Milano ha schierato un consiglio di amministrazione con i più grandi nomi della moda mondiale, Roma è sempre più considerata capace di generare figure ibride tra arte, moda e artigianato. Quali possono essere gli scenari futuri nell’ottica di una collaborazione?
Mercoledì prossimo, ultimo appuntamento prima della pausa estiva sarà invece la volta di "Curare la moda”: come si organizza una mostra sul tema? Come sviluppare percorsi? Una serie di "visioni” che si riallacceranno all'ultimo appuntamento di fine settembre, sulle "Nuove modalità di comunicazione e diffusione della moda e dell'arte”. Qui il discorso si farà più complesso, perché se è vero che la comunicazione e la contaminazione fra moda e arte ha aperto scenari nuovi e creato nuove figure professionali, il rischio palese è l'inciampo nell'impreparazione e nella superficialità di un meccanismo complesso forse ancora ai suoi albori, specialmente nel Belpaese che la moda l'ha sempre prodotta, ma forse mai pienamente "omaggiata”.
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